giovedì 28 maggio 2015

La Mummia 2011 - Birrificio Montegioco

Chi non ha pensato ( lavoro permettendo ) al ponte del 2 giugno, 4 giorni di vacanza, tanto basta per farsi un giretto per birre, magari in Inghilterra o Irlanda, o meglio in Germania o se proprio non ne possiamo fare a meno l'amato Belgio??
Proprio per domani sera avevo inizialmente in programma di partire alla volta della terra promessa, 4 giorni di pellegrinaggio tra birre, soprattutto acide ma purtroppo ho dovuto rinunciare.
Pochi drammi, visto che nel week end a Reggio Emilia avrà luogo L'Arrogant Sour Festival, dedicato alle nostre amate birre...acide, è la mia prima partecipazione e grazie a questo blog conoscerò finalmente molti voi.
fino a qualche anno fa, il regno delle birre a fermentazione spontanea era solamente ( si può dire ?? ) il Pajottenland, in Belgio, una zona che geograficamente si posizione sudovest di Bruxelles.
Non sono molti anni che amo le birre acide, quali lambic, kriek oud bruine ecc, inizia tutto nel 2010 con il mio primo viaggio a Bruxelles e dintorni.
Pian piano questo stile di birra vedo che contagia diversi amici, come del resto è successo con me, tutto parte dalla curiosità, dal prezzo di alcune bottiglie, dal fatto che appunto solo in una be delineata zona nascono queste birre favolose ma anche dal capire...perchè vanno tenute orizzontali le bottigLie e non verticali come tutte le altre??Provare per credere.
E in Italia...come siamo a birre acide??La zona interessata è soprattutTo quella di 4 regioni del nord quali Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, dove non siamo da meno alle creazione dei produttori del Belgio.
Qualche nome che spicca è senza dubbio il Birrificio Loverbeer, che credo sia il migliore in italia nel suo genere, Montegioco con la Mummia su tutte, l' Emiliano Panil, il Birrificio Del Ducato e ultimamente il Lombardo Stradaregina.Insomma la scelta è ampia e i risultati buoni, non resta che provarli.

Parlando di acide beh, non potevo che scendere in cantina e spostare qualche bottiglia per vedere cosa c'e ancora nascosto e l'occhio cade sulla Montegioco La Mummia 2011, 6,5  % alc/vol, La base è la Runa di Montegioco, che viene rifermentata e stravolta. Il risultato è una birra fresca e acidula, con sentori fruttati, lattici, vinosi e di barrique  in cui ha riposato la Bigolla, la Barbera di Walter Massa, il profeta del Timorasso Derthona.
Versata si presenta limpidissima di un bel colore oro leggermente ramato, schiuma assente, cosi come le bolle, ricorda un vino come il Passito per il colore.
Al naso si presenta subito con sentori vinosi, uva e cedro per poi passare ai profumi del legno umido e invecchiato, lattico, cuoio, aceto di mele.
In bocca arriva leggera, stranamente molto bevibile, tannico all'ingresso, note fruttate, frutta bianca, uva, mela verde e un tocco acido come da lime.
Un finale più astringente ma allo stesso tempo dissetante dove ritorna il fruttato.
Se parto così all' Arrogant....lasciatemi al festival, grande birra, complessa, come detto facile da bere.
Consiglio di servirla a 8 - 10 °

Prima Classificata premio BIRRA DELL'ANNO 2008 Categoria Birre acide o maturate in legno

ABBINAMENTI: pesce affumicato, insalate, secondi di carni bianche, secondi di carne rossa, formaggi freschi, formaggi semi stagionati, dessert a base di frutta.

Formato 33 cl        6,5 % alc /vol      Pagata...????

mercoledì 27 maggio 2015

Vermillion - Birrificio Endorama

Premetto che la degustazione di oggi, non è recente, me l'ero segnata durante una serata di degustazione birre di questo birrificio, dimenticata tra i miei appunti , ma ci tenevo a scriverla essendo amico del birraio che finalmente ( strano dire che ancora non son passato da lui, ma è così ), passerò a trovarlo in birrificio, quindi mi scuso ma non ho nemmeno la foto.
Come di consueto sul mio blog parlo di una birra Italiana, siamo in provincia di Bergamo a poche decine di km da casa mia, il bergamasco terra di grandi ciclisti e grandi motociclisti ma ultimamente anche di grandi birre.
Con piacere ci tengo a parlarvi di un birrificio amico, un pò metal come il birraio , Simone Casiraghi del Birrificio Endorama di Grassobbio, che avevo già accennato a Febbraio con le birre del progetto di collaborazione B-SIDE tra alcuni birrifici bergamaschi e un noto beer shop della zona.
L'Endorama nasce nel 2010 poco distante Orio Al  Serio, a Grassobbio appunto, dalle mani di Simone, che già dal 2005 si cimentava a fare cotte casalinghe, diversi corsi homebrewer e Unionbirrai, l'hanno spinto 5 anni più tardi ad aprire un suo birrificio.Endorama è il nome del nono album in studio, datato 1999, della band trash metal tedesca Kreator.
Parte forte, 4 birre iscritte al concorso Birre Dell'Anno 2010, e subito 3 bronzi.
Birre con gradazione alcolica relativamente bassa e di facile beva ne fanno un ottimo birrificio.
Oggi stappo una American Ipa, la Vermillion, 5,8 % alc/vol, il nome fa riferimento a un brano degli Slipknot.
Si presenta di colore ambrato, ramato con schiuma bianca fine cremosa e persistente.
Al naso emergono da subito, profumi di frutta esotica, quali mandarino, pompelmo, per passare poi all'ananas e frutto della passione.Aroma elegante.
In bocca arriva ben equilibrata, biscotto e caramello, quindi ben maltata e come detto il gusto di frutta tropicale.
Il finale è amaro intenso con leggere note resinose.Amaro che prosegue a lungo lasciando poi la bocca fresca e fruttata..Corpo e carbonazione media, facile da bere per chi ama le Ipa, pulizia impeccabile.
Un'ottima Ipa, la Vermillion in etichetta mi ricorda un pò il film It , scritto da Stephen King, dove il protagonista era un clown.
Consiglio di servirla a 8-10 °


ABBIANMENTIcon antipasti di verdure, affettati e salumi, pasta con carne, risotto con funghi, risotto alle verdure, secondi di carni bianche, secondi di carne rossa, formaggi freschi, formaggi semi stagionati.

Formato  75 cl      5,8 % alc/vol       Pagata 8,50 euro beer shop

martedì 26 maggio 2015

Op & Top - Brouwerij De Molen

Eccomi, non sono sparito, giusto qualche impegno familiare e un pò di birra da imbottigliare.
Per la recensione di oggi, tralascio un pò il panorama brassicolo Italiano e volo in Olanda, a cui dovrei dare più spazio e lo faccio con una birra della conosciutissima e amata Brouwerij De Molen di Bodegraven che avevo già presentato a febbraio, con una Bitter Ale, la Op & Top.
La Op & Top è un'ottima birra in stile inglese, già più volte bevuta, 4,5 % alc/vol realizzata con il luppolo Premiant, Cascade e Amarillo, per un toatale di 38 IBU.
Come gradazione alcolica è una tra le più basse prodotte dal birrificio Olandese.
Versata nel bicchiere si presenta di un bel colore dorato, leggermente ambrato e velato, schiuma bianca cremosa, fine e duratura che rimane attaccata al bicchiere.
Al naso un bel bouquet di frutti agrumati ( mandarino, pompelmo, scorza d'arancio e lime ) sentori più dolci ma anche una leggera nota di...aghi di pino, finemente speziata, coriandolo con una leggerissima nota pepata.
In bocca arriva bella leggera ma frizzante, rinfrescante, dolcezza data dal malto , sentiamo subito l'amaro dato dai luppoli, non troppo eccessivo con note erbacee appunto.
Secca e un filo astringente.Non è una classica bitter inglese, secondo me quasi più indirizzata verso una Apa o una Ipa dove non farebbe una brutta figura.
Grande luppolatura ma non eccessiva con l'amarezza data dal Premiant che conquista lingua e palato, frizzantezza come già detto ma un buon equilibrio tra i sentori agrumati e di caramello.Corpo e carbonazione media.
Una buona birra fresca, leggera, amara al punto giusto, certamente non tra le migliori realizzazioni di De Molen, ci sono altre varianti di Op & Top,  Hout & Hop, con aggiunta di Bretta, la Op&Top Amarillo, con il solo amarillo usato in dry hopping e la Op&Top Sorachi Ace, usato in solitaria nel dry hopping.
Faccio notare che nelle etichette della Op & Top ,,,troviamo birre da 30 IBU e altre con scritto 38...
Consiglio di servirla a 8 °

ABBINAMENTI:con cucina etnica e speziata, aperitivo, affettati e salumi, pasta con verdure, secondi di carni bianche, secondi di carne rossa, formaggi freschi, formaggi semi stagionati.

Formato 33 cl       4,5 % alc /vol     38 IBU      Pagata 3,50 euro beershop

giovedì 21 maggio 2015

Latte Più - Birrificio Retorto

Come detto nell' ultimo post dell'altro giorno sulle XX e XXX bitter di De Ranke, inizierò a dare spazio a birre più beverine, anche se gli ultimi 2 giorni qui  a Lecco sono da Inverno, arriverà l'estate , tranquilli.
Purtroppo aspetto sempre di reperire le altre birre delle regioni del sud Italia che mi mancano a completare il mio percorso lungo lo stivale che ancora non ho ancora avuto modo di provare e recensire.
Andiamo con ordine, la birra di sta sera, è una blanche italiana a mio avviso una delle migliori a livello nazionale, è la Latte Più del Birrificio Retorto.
Latte Più a molti di voi farebbe pensare a una milk stout, invece no.
Retorto è una giovane realtà brassicola del centro nord, siamo in Emilia, nasce nel 2011 in provincia di Piacenza a Podenzano, dalle mani e dalla mente di Marcello Ceresa, birraio con alle spalle un'esperienza in Toccalmatto, con l'aiuto dei suoi famigliari.
Debutta però nel 2012 con le sue birre e nel 2013 è già riconosciuto come miglior birrificio giovane italiano, non male.
Le birre sono una meglio dell'altra dalla Malanima alla Malalingua le barley del birrificio alla Scotch Ale daughter of Autumn.
Veniamo ora alla birra di sta sera, blanche, 4,8 ° alc, aromatizzata come da stile da coriandolo e buccia d'arancia amara, con un finale amarognolo ma molto, molto leggero.
Versata nel bicchiere si presenta di un color giallo opalescente, torbida, schiuma bianca aderente e persistente.
A naso emergono i sentori di fiori bianchi, gelsomino, magnolia e camomilla, banana, leggere note agrumate ( mandarino e limone ), e un leggero sentore di chiodi di garofano e pepe.
In bocca arriva morbida, un leggero acidulo, molto beverina e rinfrescante, sembra di bere un bicchiere o meglio una tazza di latte fresco, un finale amarognolo ma come dichiara Marcello non superiore a 20 IBU, che invoglia a berne un'altra.
Corpo e carbonazione leggeri.
Avere la possibilità di scendere al pub in paese e berne a litri, non è da tutti, io vi consilglio un fusto!!!Fate voi.
Consigliata a 6-8 °

ABBINAMENTI: carpacci di carne o pesce, molluschi e crostacei , carne bianca, verdure.

Formato 33 cl       4,8 %  alc/vol       Pagata     3,70 euro beershop

Mi scuso ma non ho avuto modo di fotografare birra e bottiglia!!

martedì 19 maggio 2015

XX Bitter e XXX Bitter - De Ranke

Cari...bevitori, penso che da qui ad ottobre di birre dall'alto contenuto alcolico, un esempio?? le birre di De Molen o Struise che tanto amo, credo non ne berrò più, la mia cantina è ben fornita ma odio il caldo e preferisco degustarmi birre....fresche e beverine.
Birre tropo alcoliche con le temperature estive non a tutti piacciono o non soddisfano , le varie imperial stout , russian imperial stout, barley wine ecc, ritorneranno con l'autunno, poi beh, qualche eccezione a volte si fa comunque.
Spazio quindi a birre beverine e luppolate come piacciono a me, ma anche birre dal basso contenuto alcolico ma non banali.

Oggi voglio mettere a confronto 2 grandi birre belghe dello stesso produttore, De Ranke di Nino Bacelle, già presentato in un post passato con la Kriek De Ranke, la XX Bitter e la XXX Bitter.
Vediamo un pò, la XX Bitter nasce dalle mani del socio di Nino, cosi mi raccontò durante la mia visita nel 2013, ragazzi mi raccomando dovete passare da De Ranke, merita, sul suo impiantino, voleva creare una birra simile a quella di un birrificio ora non più in attività di cui però mi son scordato il nome ( chiedo aiuto ). Scusate.
Cercò di spingersi verso il massimo grado di amaro, cercando a sua volta il giusto equilibrio tra gusto e amaro appunto.
Non certo uno stile belga per la De Ranke XX Bitter, dove è strano trovare birre particolarmente amare.
La XX, 6,2 ° , per qualcuno una Belgian Ale per altri una Belgian IPA, versata nel bicchiere di un bel colore giallo dorato, con un bel cappello di schiuma bianca fine e persistente, molto direi.
Al naso spiccano i luppoli Gold e Hallertau, aroma fresco, floreale ed erbaceo, speziato e sul finale agrumato.
Corpo medio e bassa carbonazione.In bocca il gusto è ovviamente amaro molto ben luppolato con una leggera nota caramellata.
Il finale è secco col retrogusto nuovamente amaro.Io ne resto sempre sorpreso , secondo me non dovrebbero più mettere in commercio il formato da 33 cl, talmente è buona a volte non mi basta neanche la 75 cl...
Passiamo alla XXX, nata nel 2013 su commissione della Shelton Brothers, importatore americano,  per il festival annuale che si tiene a Portland, Usa.
Simile, ma con il 50 % di luppolo in più, quindi un amaro maggiore del 10 %, la XX Bitter era 65 IBU ( ? ), quindi dovremmo essere sui 70 - 75 IBU per la XXX, sempre 6,2 ° alc ma con corpo e densità maggiori, anche se ho letto che inizialmente per il festival era di 5 ° alc.
Stessi luppoli in dosi maggiori, frutta gialla con una leggera percezione di uva bianca, e frutta tropicale, quale l'ananas.
Schiuma perfetta, in bocca è bella rotonda, piena.Meno scorrevole rispetto alla sorella XX, leggermente meno beverina.
Si percepiscono maggiormente le note maltate, ovviamente come descritto sopra l'amaro c'è e si sente.Sorelle si ma differenti, due cose certe il tenore alcolico uguale e la doppia X nel nome.
Grande Nino, mai una birra banale, come sempre.
Se amate l'amaro , buttatevi.Consiglio di servirle a 8-10°

ABBINAMENTI:Aperitivo, Carni bianche, Carni con salse saporite o speziate

Formato 33 cl         6,2 % alc/ vol      Pagate XX   Bitter 2,70 euro
              75 cl          6,2 % alc/vol               XXX   Bitter 8,90 euro

lunedì 18 maggio 2015

Syrenthum - Birrificio Sorrento - Campania

Ci avviciniamo all'estate, caldo e belle giornate, come non pensare a partire per le vacanze?Magari proprio al sud, costiera amalfitana con Sorrento, Capri, Ischia ecc.
Vi ci porto io con una birra, complici alcuni amici di ritorno da un soggiorno a Sorrento.
La birra è prodotta dal Birrificio Sorrento, fondato nel 2009 ( in primis era una beer firm e solo nel 2013 si è munito di un proprio impianto ) da Giuseppe Schisano e Francesco Galano, che come tanti altri hanno alle spalle esperienze da homebrewing.
Syrenthum. questo il nome della birra era una fanciulla nata dall'unione di Mirone e Leucasia, due contadini.La bellezza della giovane fu lodata anche dalla sirena Partenope che la incontrò, lungo la spiaggia di marina Grande, e che le predisse un futuro felice e da regina.
Una Saison, 5,5 %,  prodotta con la buccia del famoso limone di Sorrento, versata nel bicchiere si presenta di un bel colore arancio, velato, con schiuma bianca ben compatta e persistente.
Al naso emergono subito i sentori di agrumato che ci conducono ai limone IGP di Sorrento, che vengono aggiunti a fine bollitura, fiori bianchi, frutta gialla e un leggero sentore che mi riporta ai fiori di gelsomino, note maltate che ci riportano al miele, il finale è leggermente speziato con coriandolo e anice.
In bocca la nostra birra appaga, si presenta amarognola ,dato dalla buccia di limone impiegata e da una luppolatura (Hersbrucker e Cascade) molto equilibrata, si percepisce anche una nota più dolciastra di mandorla.
Birra ben costruita, caratterizzata dall'uso di un prodotto del territorio quale il limone, si  beve con facilità, non solo nelle giornate più calde, essendo  fresca, dissetante e rinfrescante, ottima come aperitivo.Test passato, ve la consiglio magari proprio bevuta in costiera Amalfitana.
Consiglio di servirla a 8-10 °

ABBINAMENTI: ideale con stuzzichini, crostacei e molluschi, ideale con il pesce, ottima con il merluzzo, fritto e mozzarella di bufala.Ottima anche con i dolci su tutti la Pastiera Napoletana

Formato 75 cl      5,5 % alc/vol      Se non vado errando pagata 9 euro a un mercatino locale

sabato 16 maggio 2015

Tony Solo - Birrificio Hibu


Ci eravamo lasciati con la recensione di un capolavoro assoluto del birrificio svizzero Bfm, con Abbeye De Saint Bon Chien, per chi legge ora ed è in zona Como, sarà presente al festival LuppolaTi a Chiasso, Svizzera Canton Ticino, da non perdere.

Con le birre italiane invece sto continuando il mio viaggio lungo lo stivale con le birre del sud Italia, prossima tappa la Campania.
Oggi però volevo festeggiare insieme a voi il compleanno di un birrificio Lombardo, l'Hibu, che proprio in questi giorni festeggia il suo 8° anniversario.
La birra presa in considerazione è una barriccata, creata un anno e mezzo fa, nel dicembre del 2013 e se non erro presentata al pubblico alla fiera dell'artigianato di Milano Rho.
Tony Solo, questo il nome della birra, qualcosa che lascia il segno, un pò rock'n roll, un pò simile a quei personaggi che ogni giorno incontri per strada e in qualche modo ti lasciano qualcosa di indelebile nella mente.
La Tony Solo è rimasta per ben 9 mesi a maturare in botti di Amarone della zona di Bardolino e in seguito altri 6 mesi in bottiglia a riposare.
Versata nel bicchiere si presenta di un bel colore oro, leggermente ramato, velato, con schiuma bianca fine ma cremosa.
Al naso, da subito sentiamo il profumo di legno, poi vaniglia e cedro ( ? ), frutta quale albicocche a pesche un leggero sentore tannico.
In bocca è scorrevole , carbonazione bassa e corpo medio.
Un bell'equilibrio tra dolce e aspro, crosta di pane, uva bianca, albicocca e pesca come già detto, mandorle e una leggerissima nota lattica.
Sul finire, ritornano i sentori legnosi, vinosi, birra complessa e ben strutturata ma di facile beva, fresca.
Finale fruttato e acidulo, un'ottima birra come del resto diverse altre prodotte da Hibu.
Come prima esperienza con le botti niente male.
Consiglio di servirla a 8-10 °

ABBINAMENTO: cucina etnica e speziata, affettati e salumi, risotto con funghi, secondi di cacciagione, formaggi stagionati, formaggi erborinati

Formato 50 cl     6,5 % alc/vol      Pagata 9 euro in fiera    Tiratura limitata

venerdì 15 maggio 2015

...2 Pinte a Dublino...Ireland

Eccomi ,come vi avevo detto sono di ritorno da 2 giorni a Dublino e Howth, in Irlanda.Per tutti l' Irlanda è la Guinness, l'Arpa, le canzoni allegre suonate con il violino, ovviamente whisky e parlando di musica , la band degli U2.
La Guinness è quasi una tappa obbligatoria per gli appassionati di birra, così come i tanti pub storici in cui bere e ballare la classica musica irlandese o perchè non i tanti locali tipici dove mangiare irlandese o del buon pesce??
E così, forte del fatto che un amico si è da poco trasferito fuori Dublino per lavoro, ho pensato di farmi un salto in questo week end, giusto 2 giorni, qualche pub, la vecchia fabbrica della Guinness di St. James, ovviamente Dublino e una gita fuori porta.
Partiamo di venerdi sera alle 21.55 dall'aeroporto di Orio Al Serio e arriviamo alle 23,30 locali, sorpresa ad attenderci vento, pioggerella e freddo, ostello vicino a O' Connel Street quindi un giro nella zona alla ricerca di un pub, la pioggia si fa più insistente e rientriamo.
Sabato partiamo da O' Connel Street, la via più famosa della città, dove ogni anno si tiene la parata e i festeggiamenti per San Patrizio, oltre ad essere una delle vie ...più larghe d'europa e iniziamo il nostro tour, sono circa le 10,30 del mattino.
 
Subito ci si presenta davanti il primo e unico microbirrificio di Dublino, il J.W. Sweetman, un
vecchio edificio a 3 piani, io ho visto solo il primo perchè essendo mattina gli altri 2 sono chiusi e si trova di fronte al fiume Liffey e al ponte O' Connel Bridge.
Interni in legno, tutto ben curato, 5-6 le birre prodotte, la parte dedicata alla produzione si divide in più livelli, la sala di cottura con la caldaia in rame si trova in vista all'interno del locale, con la cantina per la fermentazione e rifermentazione che sono invece nel sottoterra.
Prendiamo 3 birre diverse essendo noi in 3 , la Porter da 4,8 ° non mi è affatto dispiaciuta, una Irish Red Ale e una scura stagionale.
Il locale e le birre meritano una prima sosta, di mattina ovviamente non c'e nessuno e si ha la possibilità di degustar la birra tranquilli, con magari la possibilità di visitare il birrificio.
Dopo la prima tappa birraria, ci incamminiamo verso il Castello di Dublino , per ammirarlo da fuori visto che il tempo per visitare i saloni interni, non lo abbiamo e preferiamo vedere altro, a pranzo un panino con pochi euro e poi via dritti al locale Porterhouse, inizia ad esserc più movimento essendo mezzogiorno.
La Porterhouse Brewing Company è una catena di pub in Irlanda e Londra, in Inghilterra. È stata fondata nel 1989 da Liam La Hart e Oliver Hughes e attualmente è composta da cinque pub.
Il locale si sviluppa su tre piani, ognuno col suo banco spine e una zona dove solitamente suonano piccoli complessi, sulle pareti diversi quadri con i rispettivi riconoscimenti al locale e alle birre oltre ad una bella collezione di bottiglie.
Diverse le bottiglie in referenza ma noi andiamo sul sicuro, 3 ottime birre della casa accompagnate da alette di pollo, la Oyster Stout, forse il miglior abbinamento era un bel piatto di ostriche a mi accontento.
La Oyster come dice il nome viene prodotta utilizzando appunto ostriche sgusciate aggiunte in maturazione , scura e pastosa, offre un bel bouquet di profumi dal cacao al cioccolato, per passare all'orzo , caffè, avena, farina di castagne con un finale amaro dato dai luppoli, un'ottima interpretazione.
L'altra birra è la Plain Porter, leggermente più leggera in gradazione 4,3 °, con bel taglio vellutato e non molto amaro, i luppoli sono il Nugget ,Galena e l'East Kent Golding con l'aggiunta a differenza della Oyster di malto Crystal.Discreta.
Infine la Wrasslers, prodotta ancora come si faceva all'inizio del XX secolo, sempre una Porter ma di gradazione maggiore, con una persistenza incredibile che gioca con la dolcezza dei malti.
Interessante notare che entrambe sono fatte esattamente con gli stessi malti e luppoli (Pale Malt, Roast Barley, Black Malt, Flaked Barley e Galena, Nugget, East Kent Goldings). 
Soddisfatti, continuiamo il nostro giro tra chiese ed edifici storici, come la Christ Chrurch Cathedral, rovinata però da alcuni lavori in corso e la maestosa St. Patrick's Cathedral, che decidiamo di visitare anche al suo interno oltre che al parco antistante.
A noi la storia, alla fine ci riporta sempre ....alla nostra amata birra e visto il buon orario, finalmente ci avviamo verso la Mecca, ossia il Guinness Storehouse, nella ex fabbrica a St. James , dove dal 2000 sorge una sorta di museo sulla storia di questa amata birra.
Sono ben 7 i piani , il settimo piano della Storehouse è occupato dal The Gravity Bar, dal quale si può godere di una vista a 360 gradi su Dublino.
Durante il nostro giro ci viene anche data , a tutti,,, non solo a noi, la possibilità di spillare la nostra Guinness e dopo qualche breve consiglio...finalmente ...Guinness!!!
E' quasi ora di cena per gli Irlandesi, così consiglio ai miei amici un locale di cui avevo sentito parlare stra bene e ci dirigiamo al Brazen Head, non proprio un pub ma più una taverna, la più vecchia della città, datata pensate 1198, rimane una piccola perla da visitare e assaporare.
Interni come sempre in legno, diverse mensole stra colme di vecchi libri e bottiglie di whisky, giardino esterno affollatissimo, sembra impossibile trovare un tavolo per tre persone , ma alla fine riusciamo nell'impresa.

Il menù offre piatti tipici dell cucina irlandese oltre a buone birre, prendiamo il classico stufato alla Guinness e lo accompagno a una Smithwicks Irish Aledi color rubino con cappello di schiuma poco spesso ma stabile, alc. 4,1%vol, stranamente non a una stout, non sono molte le birre in questo locale, prodotta nella zona di Kilkenny, fino a metà degli anni 1 ' 60 era considerata la seconda birra dell'isola, è da provare soprattutto perchè non la si trova altrove, da marzo 2012è  finalmente importata in Italia.In Europa era commercializzata con il nome di KILKENNY e leggermente più forte (un mezzo grado).
Si sente il caramello all’inizio , poi una passata di malto e luppolo infine.Da bere è semplice , fondamentalmente acquosa il malto all’inizio le dona un tocco dolce che svanisce in fretta e si passa ad un amaricante delicato che ci accompagna fino al finale.
A cena conclusa non ci resta che dirigerci a Temple Bar, il noto quartiere del divertimento e dei pub, il noto Temple Bar Pub è stra pieno come la maggior parte degli altri locali, la città nel week end è molto attiva, quasi ogni locale è strà colmo di gente che balla e canta la tradizionale musica irlandese e beve birra o whisky , quindi ci tuffiamo in un paio di locali e diamo inizio alla serata.
Domenica mattina sveglia non troppo presto , decidiamo di fare una gita fuori Dublino, l’intenzione è quella di andare al mare che non dista molto dalla città, a a mangiare del buon pesce.Destinazione Howth, una piccola penisola sul mare, a circa 45 minuti di treno, arriviamo  ci incamminiamo verso il castello, giusto qualche foto , niente più e più via di corsa verso il pontile per ammirare il panorama del porticciolo e del paese, Il faro e i tanti ristorantini che ovviammente hanno in primis nel loro  menù, il pesce.
La fame è tanta ma a un certo punto dall’acqua esce una simpaticissima foca che si diverte a farsi fotografare ed è ormai ora di pranzare.Entriamo  al King Sitric, sul mare, una decina di birre artiginali in bottiglia ma nessuna birra scura, cosi ordino una Guinness da accompagnare col mio piatto a base di granchio, fantastico oltre a dei calamari buonissimi.Appagati e soddisfatti ci prendiamo mezz’ora di sole, si ho scritto giusto…sole…un giro ai mercatini in paese ed è già ora di prendere il treno e rientrare in città. Prima di partire noto un cartello con scritto Craft Beer, nel locale attaccato alla ferrovia, ma purtroppo il tempo stringe.

Torniamo a Dublino, ci restano poche ore prima di cena, facciamo un salto al Trinity College, famoso polo universitario, famoso in tutto il mondo, risalente al 1592, poi negli si èampliato sempre di più.
Una cosa da sottolineare è la biblioteca che contiene circa 5 milioni di testi oltre ad una collezione di manoscritti.
Siamo in Graften Street, la via dello shopping, e qui ci passiamo a visitare la statua di Molly Malone, la giovane pescivendola, che alternava questo lavoro a quello di prostituta, morta in giovane età forse a causa di una forte febbre.Molly Malone è anche l'inno ufficioso della città di Dublino.

Ma noi siam qui soprattutto per berci qualche buona birra, allora torniamo nel quartiere di Temple Bar ed entriamo nell'omonimo pub, questa volta è meno affollato della sera prima ma comunque ... pieno e come non detto si balla a ritmo di musica irlandese, uno spettacolo , prendiamo una Beamish, una Murphy e io una Carrig Irish Lager , 4,3 ° della Carrig Craft Brewing Company, questa birra viene però brassata alla Bo Bristle, è stata fondata nel 2011 da marito e moglie Sinead O'Connell e Martie Deegan. Carrig, che significa roccia, è sinonimo di paesaggio irlandese, in cui quasi ogni parrocchia ha un toponimo che inizia con Carrig o Carrick, una lager che però non mi ha entusiasmato , ho voluto provare, le birre irlandesi sono altre.Poche comunque le birre in lista al Temple Bar, che merita assolutamente una visita essendo una mecca per ogni turista amante o meno ...della vita da pub.
Il prossimo pub, molto noto, ma leggermente nascosto e quindi meno frequentato è il Mulligan's, una storia lunga 200 anni, Mulligan's  ha ospitato il celebre Judy Garland, Seamus Heaney, Con Houlihan, James Joyce e John F. Kennedy.

A mio avviso ho respirato più in questo locale, che in tutti gli altri visitate, il vero spirito irlandese, sembrava di essere tra amici, circa 25 spine con diverse birre artigianali irlandesi. prendiamo una Brewdog, che però irlandese non è, e 2 Franciscan Well, birrificio artigianale di Cork, nel sud dell'isola, la Shandon Stout e la Rebel Red Ale, non una semplice stout, caffè torrefatto , cioccolato e del lattosio forse, una discreta birra mentre la Red Ale, a mio avviso troppo dolce, non l'ho gustata a pieno ma nel complesso anche qui ho bevuto due discrete birre con la Stout che merita di essere provata.
Andiamo a cenare con un semplice hamburger, la mattina seguente la sveglia è alle 4.00 , non possiamo permetterci una lunga serata, cosi decidiamo di berci un whisky e farci un'ultima pinta in un pub lungo la O' Connel Street, il pub è il Madigans , datato 1922, poche persone e in tv una partita del campionato calcistico irlandese, ordiniamo un whisky Jameson ( non chiedetemi di più perchè non ne sono un grande amante ) e successivamente 2 pinte, una la O'Hara Irish Stout alla spina, da noi la si trova in bottiglia, ben maltata dal gusto asciutto e deciso, amara ma tendenzialmente tostata, non male anche se ho bevuto altre stout migliori ed infine, la Galway Hooker Irish Pale Ale, del birrificio omonimo creato nel 2006 dai  cugini Ronan Brennan e Aidan Murphy, ha ricevuto numerosi riconoscimenti in ambito nazionale.
A mio avviso dopo la Oyster Stout di Porterhouse la miglior birra che ho bevuto nel mio week end iralndese, neanche a dirlo , dal 2007 al 2010 ha ricevuto diversi premi, è di colore chiaro , ha un gusto pieno ben equilibrato e un amaro non eccessivo, caramellata e , a mio avviso sentori di miele, una leggera nota agrumata, a mio avviso un'ottima birra.
Nel complesso non ho bevuto malaccio, certo preferisco altre birre , soprattuto per uno come me che ama il luppolo, per le birre scure, beh qualcosa di veramente buono c'e, birre poco alcoliche e a volte un filo costose, visto che mi sembra eccessivo pagare 7- 8 euro per una pinta come la Carrig Lager.
Ragazzi questo è tutto.Dublino merita, la Guinness è una mecca, fate un salto a Galway e Cork ma anche a Templemore, secondo la mia ricerca è qui che trovate i miglior birrifici artigianali irlandesi.




giovedì 7 maggio 2015

Si parte destinazione Dublino - Irlanda

Eccoci alla vigilia di un nuovo viaggietto, purtroppo dovrò rinunciare al Pils Pride e alla fiera di Piacenza che ho fatto l'anno scorso , l'ultima volta era stata la Franconia con le sue birre i suoi paesini e la bellezza di Bamberga , città tutta da scoprire a cui ho dedicato un post intero riguardo i miei 3 giorni tra birre ....e città, domani sera invece per la prima volta farò un salto nella verde Irlanda, Dublino.
Per gli amanti della birra come noi, beh all'inizio della nostra passione sicuramente ci siamo avvicinati un pò tutti alla " birra nera " dei pub, chi non s'è mai perso davanti a una pinta di Guinnes???La stout per eccellenza, la storia della birra è anche la Guinnes un marchio storico, se pensi a una birra scura subito pensiamo all'Irlanda.
All'ordine del giorno ci sarà la fabbrica della Guinnes, che ovviamente a Dublino e nel resto dell'Irlanda è una delle maggiori attrazioni, poi sicuramente Temple Bar, pub che prende il nome dall'omonimo quartiere, il Brazen Head , il più vecchio pub di Dublino datato 1600 o il  The Oval, dove probabilmente ci fermeremo a mangiare, così dicono il miglior stufato irlandese, insomma a Dublino di Pub ce ne da vendere...solo 2 giorni , vedremo di fare il possibile per visitare la città e concederci qualche ottima birra.
L'Irlanda andrebbe girata anche per i suoi microbirrifici tutti da scoprire ma purtroppo a me come detto restano soltanto 2 giorni.
Quindi perchè non bere una Irish Stout per prepararmi a partire??Restate collegati, al mio ritorno vedremo cosa ho trovato.
Non mi resta che partire, conscio che avendo un amico che lavora nei dintorni di Dublino, se ci resterà a lungo, ci tornerò questa volta per più di 2 giorni.Come on!!!

mercoledì 6 maggio 2015

Abbaye de Saint Bon Chien 2013 - Brasserie des Franches Montagnes ( BFM )

Stacchiamo un po' da bere solo birre italiane, anche perchè come già detto più volte voglio reperire qualche birra del sud Italia e continuare il mio...viaggio.
Oggi finalmente fa esordio nel mio blog un birrificio pazzesco , altri aggettivi non ne trovo, svizzero, visitato per la prima volta nel 2010, di passaggio per andare in Belgio.
Qualcuno avrà già capito che sto parlando della Brasserie des Franches Montagnes ( BFM ) di Jerome Rebetez, fondata nel lontano ( si fa per dire ) 1997 a Saignelegier nel Canton Jura, in alta Svizzera, al confine con la francia, un altopiano, circa 1000 m, famoso oltre che per gli orologi anche per i suoi sentieri di mountain bike e in inverno per le sue piste da fondo, con i soldi vinti a un programma televisivo svizzero.
Kuaska, lo definisce geniale, io ho la fortuna di averlo conosciuto e di averlo sentito in qualche occasione come l'ultima volta al The Dome a Nembro, e oltre a parlar di birra ci accomuna la passione per la bicicletta.
Alla prima visita in birrificio ,uno dei ricordi più belli è stato giocarmi a calcetto o calciobalilla, un fusto intero di La Meule , che dire geniale.Risultato???? Perso.
Negli ultimi anni il birrificio si è ingrandito diventando a tutti gli effetti un brew pub, visto che soprattutto nei week end all'interno del birrificio si svolgono diverse serate musicali.
Oggi sarà che c'era Juventus- Real Madrid ed essendo milanista dovevo pur perdermi in un bicchiere , ho esagerato, aprendo l'ultima bottiglia che avevo in cantina di Abbaye De Saint Bon Chien 2013, 11 °, una Sour WIld Ale, birra acida, lasciata maturare un anno in botti che hanno contenuto vino e dopo il periodo di maturazione e invecchiamento ricordo mi venne detto che le diverse botti vengono mescolate cosi da ottenere complessità e sapori differenti, prima lasciate fermentare con lieviti da vini e poi maturate con i microrganismi presenti nelle botti a caratterizzare queste birre.
Veniamo alla nostra birra ( chiamarla birra a mio avviso è poco ), versata nel bicchiere si presenta di un bel colore ambrato rossastro, con una schiuma fine e poco persistente di color giallo chiaro.
Al naso profumi ( per me che all'inizio sono stato falegname ) di legno invecchiato, bagnato, vinoso, sentori di vaniglia, frutta rossa e un leggerissimo erbaceo.
In bocca sentiamo anche leggere note di caramello e cereali dolci, uva, frutta rossa quali ciliegie, amarene,lamponi ribes, del tannico quindi aspra,caratterizzata dal passaggio in botte dai lieviti selvatici e bretta, molto complessa.
Il livello di acidità è basso e la birra si lascia quindi bere, gli 11 ° alcolici si nascondo no bene alle prime bevute, per poi farsi sentire dopo qualche bevuta.
Carbonazione e corpo medio, leggermente amara, ricorda parecchio un buon vino rosso , fruttato.
Cos'altro aggiungere, un capolavoro come le altre , poche purtroppo Abbaye provate oltre alla Cuveè  Alex Le Rouge, la Imperial Russian della casa, birre fuori dal comune, devo fare un salto a trovare Jerome
Sarebbe bello e interessante fare una degustazione di diverse annate assieme, così da trovare le differenze apportate alla birra negli anni.
Oltre alla classica Abbaye De Saint Bon chien, ci sono stati vari passaggi in altre botti quindi diversi esperimenti, come botti di Merlot, Champagne, Sauvignon, Rosè, Rhum e Grappa e altre sicuramente che no ricordo.
Signora birra e signor birraio, vi consiglio una visita.Dimenticavo Bon Chien ( non son sicuro sia il nome ) era il gatto che viveva all'inizio in birrificio, a quanto pare divenuto...Santo!!
Consiglio di servirla a 12- 14 °

ABBINAMENTI: pesce di lago in carpione, fritto, o un piatto tipico belga carbonade a la flamande.

Formato 75 cl     11 % alc/vol      Pagata...non ricordo ...abbastanza cara la si trova anche nel formato da 33 cl 

martedì 5 maggio 2015

Almond 22 Torbata - Birrificio Almond 22 - Abruzzo

Oggi parliamo di una mia vecchia conoscenza, tra i miei primi birrifici artigianali italiani certamente non poteva mancare Almond 22, birrificio abruzzese fondato ormai ben 12 anni fa, era infatti il 2003.
Ne ha fatta di strada , alla guida Jurij Ferri, nato a Stoccolma da madre svedese e padre abruzzese, che dopo un pò di chimica e 5 anni da homebrewer ha fatto il grande salto con un impianto da circa 14 hl e una produzione annua che si aggira su 1200 hl circa.
L'originalità del nome , ha una bella storia, Pratola Peligna, questo il nome del paese dove nel lontano 1922 venivano spelate a mano le mandorle per la realizzazione dei pregiati confetti, da qui il nome Almond che in inglese significa appunto mandorla e 22 è l'anno che correva.
Ottime le birre con materie prime di qualità, dal miele proveniente dal parco Nazionale d’Abruzzo all’acqua pura di Farindola a caratterizzare fin dall'inizio queste birre.
Veniamo alla birra, la Almond 22 Torbata, sarà che a fine settimana devo partire per Dublino, l'Irlanda, terra di grandi Whisky, si tratta di una birra ispirata ai barley wine anglosassoni e prodotta appunto con l’utilizzo di malto torbato e miele di castagno.
Versata nel bicchiere, si presenta di un bel colore ambrato scuro, con una schiuma color cappuccino, fine e poco persistente.
Al naso è subito interessante dove spicca senza ombra di dubbio l'affumicatura apportata dal malto, poi sentori che in questi tipi di birra ci riportano al cuoio e alla pelle, per poi arrivare a sentori di frutta secca.
In bocca una luppolatura che armonizza le note tostate e caramellate dei malti affumicati, un giusto equilibro tra amaro di tostatura e sentori più dolci quali caramello.
Il tenore alcolico di 8,5 ° ci arriva solo sul finale lasciandoci a una buona bevuta, un retrogusto di malto breve che mi riporta ai grandi whisky scozzesi e irlandesi.
Birra pulita , ben fatta, per qualcuno birra da meditazione, da accompagnare magari a un buon sigaro, ma come già detto la bevuta non è difficile , una birra che appaga, difficile forse berla da 75 cl, meglio se condivisa in compagnia.
Consiglio di servirla a 10-12 °

( Scusate la foto, non ho fotografato il bicchiere )

ABBINAMENTI: molluschi , antipasti di pesce, salmone affumicato, pesce di lago, carni bianche, dolci al cioccolato

Formato 75 cl          8,5 % alc /vol        Pagata      8,90 beershop

lunedì 4 maggio 2015

Maddekè - Birrificio Free Lions - Lazio

Dopo 2-3 giorni di pausa, visto il week end del 1 maggio, ripartiamo con le degustazioni.
Oggi siamo in Lazio, qualche birrificio di questa regione la si trova sugli scaffali di qualche supermarket o beer shop delle mie zone quali Lecco e Bergamo come il più conosciuto Birrificio Del Borgo, Pontino, Birradamare e ultimamente Turbacci.
Il Lazio oltre alle circa 60 realtà birrarie tra birrifici e beer firm, vanta anche un buon numero di locali e per me Roma insieme a Milano sono 2 delle città per la birra di eccelenza in Italia.
Oggi parlo del Birrificio Free Lions Beer, fondato nel 2011 a Tuscania in provincia di Viterbo da Andrea Falleoni, un passato all'IBM, che come molti ha deciso di trasformare il suo hobby, l'homebrewing in un lavoro dando così vita al birrificio.
Andrea ha imparato l'arte di brassare da Steve Dawson del White Dog di Modena, infatti alcune delle sue birre sono ispirate alla tradizione anglosassone.
La birra che vado a stappare oggi è una Ipa, nata 3 anni fa nel 2012, chiamata Maddekè, che in dialetto romano ( ditemi se sbaglio ) significa " ma di che cosa? ".
Leggendo su alcuni siti , questa birra risulta la non presenza del luppolo Amarillo, solito a caratterizzare le Ipa, non essendoci sta la possibilità di reperirlo nel periodo che è nata questa ricetta e quindi si avvicina più a uno stile inglese che americano.
I luppoli usati dovrebbero essere Cascade, Columbus, Pacific Jade e Chinook.
Veniamo a noi se no vi stufo, versata nel bicchiere si presenta di un bel colore ambrato rame, schiuma finemente cremosa, bianca e di poca persistenza.
Al naso sentori di pompelmo, mango, agrumi, caramello e un leggero sentore resinoso, forse ago di pino.
In bocca è maltata, biscotto e resinoso e amaro che caratterizza non poco la Maddekè.
Il dolce è scarso, prevalenza di note balsamiche, corpo medio, carbonazione presente ma non eccessiva.
Una birra decisamente amara, 80 IBU, piacevole ma non molta beverina.
Se amate il luppolo, non resterete delusi!!
Consiglio di servirla a 8-10°

ABBIANAMENTIformaggi di media stagionatura meglio di latte di mucca, formaggi erborinati, prosciutto dolce, pesce bianco e crostacei. In ogni caso alimenti a tendenza dolce. 

Formato 33 cl     6,7 % alc /vol    Pagata 5,00 Beeshop