martedì 30 giugno 2015

Mon Amour - Birrificio La Fucina - Molise

Eccomi, oggi riprendo quel famoso viaggio ( purtroppo non veritiero ), di girarmi l'Italia, con la birra regione per regione.
Grazie a vecchi amici Molisani o meglio di Sant'Elia a Pianisi, ecco che parlo del Molise.
Un nome quello del birrificio di oggi, che rievoca vecchi ricordi, vecchie storie , e ci porta con la mente all'epoca del Medio Evo.
La Fucina, questo il nome del birrificio di oggi.La Fucina in origine era il laboratorio del fabbro, in cui venivano forgiati strumenti di ogni genere e il nostro pensiero va a spade, lance e pugnali.
Col passare dei secoli, il termine sta ad indicare un laboratorio artigianale, nel nostro caso il birrificio.
Nasce nel 2012, da 3 soci, Angelo Scacco, Dario Di Paaquale, Gianluca Scarselli, prima come beer firm, poi come birrificio, che ha sede a Pescolanciano in provincia di Isernia, un paesino di meno di 1000 persone.
Come avevo chiesto al mio amico, mi son fatto portare una birra chiara, di facile beva, visto il caldo , così mi ha portato due blanche, parlo quindi della Mon Amour,  che se non sbaglio altro non è che la prima birra da loro prodotta.
Gradazione alcolica di 5 ° alcolici, colore giallo paglierino, leggermente torbida, schiuma cremosa e abbondante, carbonazione presente.
Al naso , ci  dà il benvenuto con ottimi sentori floreali , fiori bianchi, quali coriandolo, e camomilla, note agrumate e un leggero erbaceo.
In bocca si sente subito la freschezza di questa birra dal classico stile belga, ideale per le giornate estive, fresche e facili da bere, dove arriva con una finissima nota acidula.
Aromi agrumati, speziati, poi passa a un amaro deciso,  non troppo evidente ma forse appena superiore alla media per una blanche, che ci accompagna fino al finale, la nota astringente l'ho trovata fantastica e rende questa birra ancora più bevibile.
Un'ottima Blanche, mi dicono sia stata consigliata al mio amico come la migliore tra i prodotti de La Fucina, quindi speriamo di provare le restanti birre.
Consiglio di servirla a 8°.

ABBINAMENTI : ottima con piatti freddi, carpacci di carne o pesce, molluschi e crostacei, carni bianche e verdure alla griglia, ottima anche con dolci a pasta frolla, gelati e macedonie.

Formato 75 cl       5 % alc/ vol.

sabato 27 giugno 2015

White Rabbit - Crak Brewery ( ex olmo )

Oggi un nuovo birrificio, anche se nuovo non lo è affatto , cambio di nome per la ex Birra Olmo, conosciuta adesso come Crak Brewery, nato nel 2012 in provincia di Padova, in soli 3 anni ha fatto il salto, da beer firm a birrificio con un proprio impianto da 40 hl.
Il birraio è Marco Ruffa, con esperienze importanti, una in Inghilterra alla Buxton e l'altra al Brewfist di Codogno
Ottima la veste grafica del sito e un nome Crak, che a molti potrebbe far storcere il naso , essendo il crak una droga.
Le bottiglie col nuovo nome si son viste in commercio tra febbraio e marzo, nuove birre e nuovi nomi quindi , ma anche le primissime Whie Rabbit,  la Ipa Guerrilla e Soul Stout.
E' stato un peccato mancare alla loro festa di inaugurazione nel nuovo birrificio tenutasi a fine marzo.
La birra di oggi , ancora marchiata Birra Olmo, è stata prodotta negli impianti del Birrificio Opera di Pavia, il nome è White Rabbit, una Double Blanche, 6 ° alcolici, un filo sopra la media per una Duble, forse son passati troppi mesi dall'imbottigliamento, ma vediamo com'è.
Si presenta di un bel colore giallo paglierino, leggermente velata, con schiuma bianca pannosa e persistente.
Al naso, un bel bouquet floreale ci invita a provarla, aromi agrumati vedi scorza d'arancia amara, coriandolo, cardamomo, pepe, cereali.
In bocca si sontono subito i cereali, polpa e scorza d'arancia, con un finale erbaceo, floreale e speziato.
Carbonazione presente e buona, corpo a mio avviso troppo leggero per essere una Double Blanche.
Pulita, facile da bere e molto rinfrescante.
Pensavo peggio visto il tempo trascorso dall'imbottigliamento, invece ne sono rimasto soddisfatto, con una leggerissima nota acidula nel finale , che non ha per niente rovinato la bevuta.Consiglio di servirla a 8° bella fresca.

ABBINAMENTI: ottima con insalate, carpacci di carne o pesce, verdure, molluschi e crostacei, carni bianche e alla griglia.

Formato 33 cl       6° alc/vol       Regalata.

giovedì 25 giugno 2015

Più che birre....Capolavori!!

Oggi, scrivo qualcosa di più di una singola recensione, non birre poi così comuni e facili da trovare ,anzi, complice di questa serata il fatto di esser diventato...vecchio e così , insieme a due amici abbiamo stappato 4 bottiglie.
Vediamo cosa c'era sul tavolo, una Cnudde Oude Bruin, la Struise Earthmonk sempre Oude Bruin, una Thomas Hardy's Ale del 2008, la Verdi Imperial Stout del Birrificio del Ducato, (quella per il 200° anniversario della nascita di Giuseppe di Verdi) , com granelle di cacao e bacche di vaniglia, la Westvleteren 12 del 2013 e infine la Oude Lambiek di De Cam, non male!
Ma tra una bevuta e 4 chiacchere la Westvleteren 12  e la Verdi non le abbiamo più aperte, non passerà molto tempo per stapparle.
Andiamo con ordine, la prima è la Cnudde, una Oude Bruin, per molti la vera Oude Bruin stile antico, che ha più di 200 anni e sopravvive sopratutto nella regione delle Fiandre Orientali, in particolare nei pressi di Oudenaarde , dove sono stato purtroppo non per la birra ma per la partenza di una corsa ciclistica, il famoso Giro Delle Fiandre.
Birre particolari, dolci e acidule allo stesso tempo, con sentori lattici come nel caso della Cnudde e acetici.
Si presenta di colore scuro,  marrone con sfumature color rubino scuro, schiuma quasi inesistente, carbonazione scarsa, corpo medio.L'alcool c'e ma non è elevato, l'acidità in questa birra è ben bilanciata dal dolce del malto e dal fruttato, luppolatura leggera, caramello ma anche sentori dati dal ledgno, quindi una leggera ossidazione.
Che birra ,è stata acquistata all'Arrogant Sour Festival, come poter iniziare al meglio? ??
La seconda birra proviene dal Nord del Belgio, la Earthmonk di Struise, una delle loro birre che amo di più,prodotta in piccole quantità, 5000 bottiglie ogni 2 anni.
L' amore per questa birra nasce davvero per caso, Anversa il locale è il famoso Kulminator, ricordo ancora la faccia sbalordita del mio amico quando ha letto la presenza di questa birra nella lista del locale, la prese lui per farcela provare...e fu amore!
Alla fine ne prendemmo una per uno, anno 2008, e ancora adesso resta lì,  sola, nascosta, a riposare lenta nella mia cantina.
Oude Bruine, 8 % alc/vol, leggermente superiore alle solite, preparata con il 70 % di birra fresca e il restante 30 % con birra maturata per 18 mesi in botte, usando diverse spezie e ingredienti, si sente il coriandolo, il timo, la cannella, mentre i luppoli usati sono l' Hallertau e il Bramling che ci riporta al ribes nero e a sentori leggermente piccanti,saporiti.
Scura più della Cnudde, piatta, la schiuma è quasi assente, a naso si sente subito il vinoso, acetica, speziata, caramellata, altrettando lo è in bocca dove arriva calda, sentori lattici assenti, uno spettacolo che quasi fatico a descrivervi, da lasciare senza fiato.
Da un capolvoro a un altro la Thomas Hardy's Ale del 2008, per molti il miglior barley wine al mondo.
Anello mancante tra birra e cognac forse, 11,7 % alc/ vol, vino d'orzo come sono chiamati i barley wine, già al primo sorso non la si dimentica facilmente.
Bottiglie in formato da 25 cl, birra da intenditori, per niente banale, ed è una delle poche birre millesimate.
Venticinque anni e più, nessuna scadenza ed un consiglio, berla dopo almeno 10 anni di invecchiamento ne fanno una birra da collezionisti.
Fino al 1999 fu prodotta dalla Eldridge Pope, mentre dal 1999 al 2003 ci furono 4 anni di pausa per passare poi nelle mani della O'Hanlon, cambiando leggermente il gusto alla birra, dal 2008 , purtroppo questa birra non viene più prodotta, infatti le birre prodotte prima del 2003, restano delle vere chicche.
Colore decisamente scuro, schiuma pressoché inesistente,  carbonazione assente, piatta, al naso emergono profumi di frutta sotto spirito, pere, prugne, cacao, malto d'orzo, liquirizia e caramello.
Sorprendente.Bevuta morbida ed elegante, dolce ma anche aspra, spezie e frutta in bocca si nascondono col caramello con un finale col retrogusto di liquirizia, luppolato e secco.
Perfetta da bere sola, ma si lascia apprezzare anche con dell'ottimo formaggio, da bere in compagnia, birra da poltrona, meditate capitela e rilassatevi.
Non aggiungo altro, spero solo possa ritornare in attività al più presto, chissà quando aprirò  l'annata del 1986, forse alla nascita di mio figlio/a.
Siamo al termine , un bicchiere d'acqua, per poi finire in bellezza con un'ottima acida , la Oude Lambiek di De Cam.
Immersa nelle campagne di Gooik, fuori Bruxelles, l'ultimo arrivato tra i produttori di lambic, usa botti provenienti dalla Repubblica Ceca, che hanno contenuto la Pilsner Urquell.
Inizialmente assemblavano lambic con la birra di Boon, Girardin e Lindemans, ora invece produce da Drie Fonteinen.
Il particolare delle birre di De Cam sono i sentori di pompelmo e uva spina.
Color ambrato chiaro sull'arancio, un filo torbida, schiuma assente.
Aroma eccezionale, dalla scorza di limone al pompelmo , note selvatiche e floreali, un filo ruvida , ma appagante, piena di freschezza che ti invita a berne un altro goccio.Peccato che quest'ultima alla fine della serata da parte mia sia stata apprezzata meno a causa di una leggera stanchezza.Alla prossima.

lunedì 22 giugno 2015

O.B.F. 2015 - Orobie Beer Festival

Eccomi tornato dopo qualche giorno di pausa, causa il mio compleanno, cosa c'era di meglio per festeggiare con ottime birre?L'ultimo week end è stato ricco, con la
partecipazione all'O.B.F, ossia l'Orobie Beer Festival , che si è svolto al  The Dome di Nembro, dell' amico Michele Galati, giunto ormai alla sesta edizione.
Ottime birre, ottimi birrifici con 2 nuove realtà come il Birrificio Hammerdove il birraio è un certo Marco Valeriani, che ai più non è un nome nuovo e il Birrificio Etnia, dove a produrre le birre c'è Nix, ovvero Nicola Grande, ex Birrificio Settimo.
Sabato ho preso parte al laboratorio della mattina chiamato Tutto In Una Botte, alla seconda edizione, tema del giorno il legno, quindi le birre passate in botte, pregi e difetti di questo straordinario modo di far maturare la birra.
A condurre il corso, figure importanti come Riccardo Franzosi di Montegioco, Valter Loverier di Loverbeer, Jerome Rebetez dello svizzero Bfm, Andrea Camaschella, Marco Pion, il tutto con 2 maestri quale Lorenzo Dabove e il grande Jef Van Den Steen del birrificio belga Glazen Toren.Nel pomeriggio invece spazio alle produzioni casalinghe sempre in ambito birre barricate, con un barley wine davvero ben fatto, spazio quindi a chiacchere e consigli e che consigli!!
Che altro aggiungere...?
Grande assente Teo Musso del Baladin.
Oltre al laboratorio come detto andava in scena il festival, dove i birrifici presenti erano, Glazen Toren, Bfm, Almond 22, Loverbeer, Birrone, Etnia,Mastino, Hammer e infine Carrobiolo.
Durante il laboratorio sono state servite tre birre di Loverbeer, Montegioco e Bfm, vediamo quali.
La prima è prodotta da Valter è la Saison Cardosa, 5,9 % alc/vol, una saison vecchio stile, caratterizzata da 4 elementi, erba, frutto, vegetale e fiore.
La base viene fatta in tini di rovere grandi, con i lieviti della Beerbera, dove vengono selezionati i migliori, il luppolo usato è l' East Kent Golding.
Questa birra ci ha diviso un pò , a qualcuno non è piaciuta o meglio poco apprezzata, ma c'è un ingrediente sconosciuto a molti che dà  il nome a questa birra, il Cardo.
Il cardo è un vegetale simile al sedano, ma dal sapore simile al carciofo, tanti lo conoscono per essere il simbolo nazionale della Scozia.
Tipico della cucina piemontese, viene spesso usato nel piatto tipico, la Bagna Cauda, dove viene usato il più famoso Cardo Gobbo Di Nizza Monferrato , presidio Slow Food, mentre nella Cardosa viene impiegato il Cardo Bianco di Andezeno che si differenzia in amaro e solitamente è piu lungo.
La birra è color dorato, opaca e leggermente torbida, con schiuma finissima e per niente persistente.
A naso si sente il vegetale, acidità forte vicino all'acetico data appunto dal cardo, non mi è affatto dispiaciuta una volta saputo della presenza di questo nuovo ingrediente legato al territorio.
Passiamo alla birra di Montegioco, un blend di 2 birre , la Demon Hunter e la Mummia in piccole quantità per evitare l'acidità eccessiva.
Questa viene imbottigliata volutamente piatta senza alcuna rifermentazione in bottiglia. Grande finezza, piacevole,un fruttato pazzesco, amarene, maresce, mandorle amare e un leggero sentore di prugne.Che birra.
Passiamo alla birra di Jerome della BFM, quell' Abbaye de Saint Bonne Chaine che tanto amo, la miglior birra della giornata di cui ho già abbondantemente parlato in un precedente post ( bfm).
Queste 3 birre ho avuto modo di degustarle e capirle bene, mentre sulle prossime birre elencate mi sono soffermato meno.Non sono mancate delle sorprese.
Alla Bfm, la Procastinator, vinosa, acidula, poi un'ottima Helles che se non sbaglio viene fatta in 3 diversi modi cambiando il luppolo in dry hoppyng e la saison ,sempre leggermente acida.A mio avviso le miglior birre presenti al festival.
Passo al Birrone dove bevo la Cibus, chiamata pane liquido, ottima weizen bock , poi Birrificio Mastino che non conoscevo e provo la Ipa, 6,2 %, ben maltata e floreale, discreto amaro, ottime le 2 birre del Birrificio Hammer la Workpiece , una pacific ipa moooolto profumata da 6 % e la Westfalla, una Koln da 5%, ottima pulita, rinfrescante che penso prenda il nome dal mitico furgoncino hippy anni ' 70.
Infine finisco con 2 birre dell'amico Pietro del Carrobiolo , la Ginger Ale, buona ben caratterizzata dall'uso dello zenzero e la Triple in botte, a naso si sente il vino bianco, ma stranamente è passata in botti di barolo...come sempre ottime birre.
Purtroppo non ho bevuto niente del Birrificio Etnia, quindi alla prossima.
Dimenticavo le parole, gli aneddoti e le battute del grande maestro Jef, incontrarlo è sempre un onore.Alla prossima.

mercoledì 17 giugno 2015

Rest In Pils - Carlo Eugenio Fiorani

Qualcuno si sa è contrario, qualcuno no, troppe birre,  troppi birrifici e beer firm, se il risultato è buono , che male c'è anzi... ben vengano tante birre, ma purtroppo in qualche piccolo caso, c'è chi pensa a fare cassa e guadagnare, non essendo per niente competente in ambito birrario.
Non è certo il caso della birra che vi presento oggi, prodotta da una beer firm...una signora birra.
Un contadino, quindi agricoltore ma anche allevatore, con una grande passione, la birra, parlo di Carlo Eugenio Fiorani.
Di persona ancora non lo conosco ,ma spero presto di andare a trovarlo, si dice di lui esser un gran lavoratore, figlio della terra, del sacrificio.
Azienda agricola con sede a Castelverde ( cr ), una bella azienda di famiglia riaquistata nel 2012, diversi i prodotti dell'azienda di Carlo.
Malto autoctono, ecco il differenziarsi da tante altre semplici beer firm, un passato da homebrewer, il proprio cereale mandato in Germania per essere maltato, per dare vita a 2 birre a mio avviso eccezionali.
Le birre sono prodotte da Montegioco, Brewfist, Carrobiolo.
Una Pils e una Blonde, entrambe con un solo luppolo e il solo malto autoctono, mi dicono esserci in cantiere una terza birra.
Etichette semplici, in bianco e nero, che molto si avvicinano alle ben più conosciute De Molen.
Oggi apro la Rest In Pils , 5,7 %  alc/ vol, bassa fermentazione, classico color giallo paglierino, birra limpida e pulita, schiuma bianca ricca, cremosa e persistente.
Come detto un solo malto e un solo luppolo utilizzati,  quest'ultimo è sloveno, Aurora della famiglia dello Styrian Golding, usato anche in dry hopping.
Al naso sensazioni erbacee, floreali come camomilla e gelsomino, profumo di cereali, in secondo piano i sentori di agrumato e fruttato.
In bocca arriva fresca, ben maltata, amaro con un pò di secchezza finale e l'erbaceo che ci accompagna per tutta la bevuta mai troppo eccesivo.
Ottima , facile da bere e ribere, fresca e leggera.Consiglio di servirla a 8°.

ABBINAMENTI: come aperitivo, affettati, carpacci, carni bianche, verdure, pesce , molluschi e crostacei.

Formato 33 cl     5,7  % alc/vol       Pagata 6 € in birreria

domenica 14 giugno 2015

Rossa - Birrificio Artigianale Sanmarinese Titanbrau

Complice la brutta giornata di oggi qui a Lecco, ne approfitto per scrivere l'ultima recensione sulla birra bevuta ieri.
Come avevo promesso, nel mio giro delle regioni italiane,volevo inserire La Repubblica Di San Marino, che un pò  Italiana lo è, sto parlando del Birrificio Artigianale Sanmarinese Titanbrau, nome che ovviamente si riferisce, al Monte Titano.
Il bello di questa grande passione è  quella di avere parenti e amici che nei loro girpulitai, mi pensano sempre , ecco quindi un paio di  birre dalla...Riviera Romagnola.
E' fine 2010, quando Andrea Amantini, inzia a prodrre e negli anni si è fatto conoscere a livello nazionale e non, per le sue birre.


Poco creativo in quanto ai nomi e alla grafica, ma che conta alla fine è quanto beviamo, ieri ho bevuto la Rossa, vediamo come è andata.
La Rossa , è un'American Amber Ale, qualcuno dice una Strong, 7,5% alc/vol, color ambrato con schiuma avorio abbondante e persistente.
Al naso sentiamo subito profumo di malti tostati e caramello, note di frutta e una leggera speziatura.
In bocca arriva dolciastra, nuovamente caramello e tostato, col finale amaro ma comunque un giusto bilanciamento tra dolce e amaro, l'alcool si sente appena, rendendo la birra bevibile.
Carbonazione e corpo medi, finale amaro ma dal retrogusto dolce.
Una buona birra nel complesso, equilibrata, pulita e beverina nonostante i quasi 8 gradi alcolici, un inizio dolce con un finale amaro, soddisfatto.
La Rossa è stata premiata nel 2012 a birre dell'anno.
Sono 5 le birre prodotte, una Lager, una Ipa, la Weizen la Amber Ale e infine una Doppel Boc
Consiglio di servirla a 8-10 °

ABBINAMENTI: primi piatti sostanziosi, carni rosse alla piastra o alla brace, ottima con salumi e formaggi.Ideale con dolci di pasta frolla.

Formato 33 cl     7,5 % alc/ vol

venerdì 12 giugno 2015

Hoppy Cat - Birra Del Borgo

E' sempre bello partecipare esser presenti quando si può, ad aventi come pefreschezza, io il compleanrinfrescanten amico, nel nostro caso parliamocaffè scantinatoocali e birrifici, l'ho fatto anche nell' ultimo mio post dove ho parlato di The Wall che domani festeggia il promo anniversario.
Oggi parlo del Birrificio Birra Del Borgo, che ha recentemente spento le dieci candeline, con il Birra Del Borgo Day.
Il tutto nasce nel 2005 dalle mani e dalla mente di Leonardo Di Vincenzo, a Borgorose, siamo in Lazio, provincia di Rieti, nel vecchio birrificio Colle Rosso, a due passi dai Monti della Duchessa, da cui prendenil nome una delle loro birre.
Le birre prodotte si fanno apprezzare da subito e nel 2009 il birrificio si ingrandisce cambiando sede, spostandosi a Spedino, sempre in Borgorose.
Nuovi studi, nuove ricerche, nuove birre porteranno il birrificio a crescere ulteriormente.
Un bel beershop, e visite guidate ogni mese fanno del Birrificio Birra Del Borgo, un posto unico, da visitare.
Veniamo ora alla birra, per festeggiare ho acquistato la Hoppy Cat, una Caskadian Ale , altro non è che una American/Black Ipa, 5,8 % alc/vol, 55 IBU se non sbaglio.
In tanti sanno quanto amo il luppolo e le birre amare, la Hoppy nasce nel 2011, una serie di birre una per ogni mese dell'anno, prodotte solo una volta all'anno, speciali quindi.
Nel bicchiere aerriva di color marrone scuro, leggermente torbida, schiuma color beige, scarsa e per nulla persistente.
Al naso si sente subito l'uso abbondante del luppolo Simcoe, aghi di pino e freschezza, frutti tropicali, melone, ananas, pompelmo, frutto della passione.
In bocca si presenta piu tostata, equilibrata, corpo e carbonazione media, bevuta più che piacevole.Finale amaro, con note resinose e torrefatte ( caffè, orzo, liquirizia e mandorla).
Ottima scelta.Consiglio di servirla a 8- 10 gradi.

ABBINAMENTI: ottima con i formaggi erborinati , carni rosse e pesce di lago.Si sposa bene con le verdure cotte.

Formato 75 cl     5,8 %          55 IBU       Pagata 10,50 € beershop

giovedì 11 giugno 2015

Fire Witch - The Wall

Purtroppo il mio pc è morto e sto cercando in tutti i modi di fare il possibile per postare qualche recensione
Ritorniamo nella mia amata Lombardia, provincia di Varese, qui sabato 20 giugno ci sarà un birrificio che festeggerà il suo primo compleanno, sto parlando di The Wall.
Siamo a Venegono Inferiore, pochi chilometri da 2 noti birrifici, Settimo e Extraomnes.
Tutto inizia nel novembre del 2013, prima come beer firm, usando gli impianti del lodigiano Brewfist e dallo scorso giugno finalmente sono diventati un birrificio a tutti gli effetti.L'idea parte da Stefano Barone e Andrea Rogera.
Le prime 3 birre realizzate sono una Golden Ale, la White Ipa e la Black Ipa,stili anglosassoni e luppoli americani, per passare poi alla Helles, una Amber Ale e infine un Barley Wine.
Impianto da 20 hl, ottime birre ma spazio anche a produzioni per controterzi.
La birra bevuta ieri, come le uletime, essendo giornate calde, è una birra rinfrescante, è  la American Ipa della casa , 6,5 % alc/ vol, 70 IBU, luppoli Centennial, Mosaic,Chinook e Simcoe, versata nel bicchiere si presenta di color ambrato tendente al color rame, con schiuma beige compatta e persistente.
Al naso si sente l'abbondante luppolatura, sentori agrumati quali mango,  ananas, pompelmo,  frutto della passione e infine aghi di pino.
In bocca arriva dolce, quindi ben maltata, caramello, e biscotto, l'amaro deciso ma non invadente è il protagonista di questa birra.
Forse un po ' troppo ambrata , buon livello di secchezza, birra ottima ma meno beverina di quanto pensassi, magari abbassando leggermente i gradi alcolici e l'amaro.
Molto ben curata la parte grafica delle etichette, ricordo all'ultimo IBF a Milano il via vai di gente che accorreva allo stand a prendere i diversi sottobicchieri disegnati dal grafico Max Gatto.
Consiglio di servirla a 8 - 10 gradi.

ABBINAMENTI: formaggi di media stagionatura ed erborinati, salumi, pesce bianco e crostacei.Ottima col croccante dolce.

Formato 33 cl     6,5 % alc/vol    Pagata 4,00 euro beer shop

sabato 6 giugno 2015

D-Day - Birrificio Indipendente Decimoprimo - Puglia

Finalmente continua il mio giro dello Stivale, scendiamo verso sud, salto il Molise e arrivo in Puglia, circa una trentina i birrifici e brew pub nella regione, pensiamo che solo nel 2012 se ne contavano una decina, qualche buon marchio come B94 o Barbarossa, ieri invece ho bevuto la birra di un birrificio a me ancora sconosciuto , il Decimoprimo .
Inaugurato nel marzo 2012 a Trinitapoli in provincia di Barletta - Andria - Trani (Bat)  alla guida troviamo Michele Cognetti.Il nome completo è Birrificio Indipendente decimoprimo.
Impianto da 10 hl in cottura, 3 serbatoi di fermentazione da 20hl e una produzione annua di 500 hl circa.
Una decina le birre prodotte e già un buon riconoscimento, con il 1 ° posto al Brussel Beer challenge 2014 con la Hirdega una Export Stout, non male.
Veniamo alla birra che ho degustato ieri acquistata in un negozietto specializzato in prodotti pugliesi, la D-Day, una Indian Pale Ale, 5,5 %, dove i luppoli usati sono Centennial e E. K. Golding.
Versata nel bicchiere si presenta opaca color arancio scarico, con schiuma bianca fine e persistente, al naso emergono profumi agrumati quali mandarino, pompelmo, arnacia amara, sentori di pesca, leggero caramello, purtroppo l'unica nota " storta" è l'aver sentito del lievito a naso, che sporcano un filo la birra.
Nessun dramma, in bocca è ben maltata, note di biscotto, caramello, si sente molto il pompelmo per poi passare alla frutta dolce, come già descritto sopra, con un finale più amaro con una leggera astringenza .
Corpo leggero e carbonazione bassa, birra fresca e di facile beva, non mi ha particolarmente entusiasmato soprattutto a naso, in bocca invece la musica cambia, se non fosse per quel sentore un pò troppo eccessivo di lievito nel complesso è una discreta birra, da riprovare e ne sono fiducioso.
E' definita la prima creazione da parte del birrificio, consiglio di servirla a 8 - 10 °, nota interessante oltre al formato da 0,50 cl , viene distribuita nell'insolito formato da 0,25 cl.

ABBINAMENTIformaggi di media stagionatura meglio di latte di mucca, formaggi erborinati, prosciutto dolce, pesce bianco e crostacei. In ogni caso alimenti a tendenza dolce.

Formato 50 cl     5,5 % alc/vol        Pagata   5,90 euro

giovedì 4 giugno 2015

Ninkasi - The Wild Beer Co

Torniamo a provare qualche nuova birra dopo le birre acide dell'Arrogant Sour Festival di sabato.
Il bello dei festival è anche e soprattutto conoscere gente nuova, nuove notizie e curiosità sul mondo della birra, consigli tanti, e scambio di opinioni come per esempio perchè non consigliare birre da provare che a tanti sono sconosciute??
Al festival, ho clamorosamente dimenticato di provare le birre del birrificio Wild Beer & Co d'altronde avevo solo una giornata ed era impossibile provare tutto.
Su consiglio di chi di birra ne sa certamente più del sottoscritto, ho subito rimediato acquistando un paio di bottiglie di Wild Beer & Co in un beer shop della zona.
Cambiamo aria, voliamo in Inghilterra, siamo nel Sommerset, il birrificio Wild Beer viene fondato nel 2012 dallo " chef " Brett Ellis, Andrew Cooper ottimo Beer Sommelier e Chris Boddy.
Stranamente le birre prodotte dal birrificio non rispecchiano lo stile anglosassone, il loro motto è birra = cibo, insomma le loro birre devo abbinarsi ottimamente con i cibi.
La birra che vado a provare è la Ninkasi, che come dovreste sapere era l'antica Dea della Birra, diverse le birre prodotte negli anni dal birrificio, seguendo le orme di produttori quali l'olandese De Molen, diverse bottiglie si presentano con il tappo ricoperto di ceralacca, una bella...presentazione.
Stile Saison / Belgian Strong Ale, con una " manata " di luppoli neozelandesi, succo di mela, e lieviti selvaggi e finisce rifermentata in bottiglia con lieviti da champagne.Paurosa!
Vediamo, si presenta di colore oro carico, limpida e pulita, con schiuma bianca poco persistente.
Al naso è già uno spettacolo di profumi, parte speziata, pepe e coriandolo come da stile, un bel bouquet fruttato da fare invidia, mela, kiwi, uva, fiori bianchi e una leggera nota ...come di mandorla.
L'acidità data dall'uso del lievito selvaggio è leggera, richiami vinosi, quindi uva prugna, frutta sotto spirito, sono dati dall'uso del lievito da champagne nella rifermentazione in bottiglia.
Corpo e carbonazione media.
In bocca arriva dolce, mielosa dato dai malti, sul finire arriva l'aspro della mela verde e dell'uva, ritornano i sentori di kiwi e agrumi che a naso si percepivano meno.
Il tocco di acidità a mio avviso la rende fresca, scorrevole e beverina, magicamente ( non ve lo avevo ancora segnalato ) nascondendo i 9 ° alcolici, non male e ovviamente si percepisce il carattere leggermente vinoso di questa birra.
Signora birra, ottimo consiglio, fa già una bella presenza la sola bottiglia col tappo in ceralacca, pensate versata poi nel bicchiere.
Ne esiste mi dicono, una più rara versione passata in botti di sidro, chiamata Ninkasi Premier Cru.
Ultima nota, date un'occhiata al sito internet del birrificio un sacco di notizie curiose...troppe come forse troppe sono le loro fantastiche birre assolutamente da reperire!!
Consiglio di servirla a 8- 10 °


ABBINAMENTI: ottima col pesce, crostacei e molluschi, carpacci, carne bianca alla griglia, ottimo abbianamento con i formaggi.Ideale sola come aperitivo.

Formato 75 cl     9 ° alc/vol          Pagata 14,90 euro beershop

lunedì 1 giugno 2015

Arrogant Sour Festival 2015 - Reggio Emilia

Eccoci di ritorno da un festival fantastico, non ci sono altri aggettivi per descriverlo, l' Arrogant Sour Festival 2015, ottima location, ottima organizzazione...non aggiungo altro se no dovrei continuare per altre 10 righe.
Un festival di sole birre acide, un amore nato quasi per caso nel 2010, devo ringraziare i miei primi 2 compagni di viaggio in Belgio, Ales e Livio, è solo grazie a loro se ho scoperto questo mondo acido.
Ho passato la giornata al festival sabato 30 maggio, come detto location stupenda all'interno del Chiostro Della Ghiara risalente al 1600, nel centro di Reggio Emila, 40 m di bancone , pazzesco, 70 spine con più di 140 birre a rotazione, una zona chiamata la " bottaia " con diverse botticelle e botti contenenti, forse, le migliori birre del festival.
Dopo quasi 4 ore di viaggio, da Lecco, arriviamo e il primo che trovo e saluto è il Guru Lorenzo Dabove ...per tutti Kuaska oltre all'amico Claudio della Locanda di Suisio...iniziamo da chi se non da un'amico???
La prima birra bevuta è la Oersoep Brettalicious, 5 % , rifermentata con brettanomyces , consigliatami l'ho trovata ottima, grande Claudio per le tue scoperte olandesi, sentori di frutta tropicale, mango e ananas su tutti...va ribevuta.
Barrica 5 % dello spagnolo Ales Aguillon, non male da come mi era stata consigliata mi aspettavo di più, la Beavertown Brewery con la The Gose Strikes Back, 4,8% con aggiunta di more, un birrificio che ancora bene non conosco ma che sicuramente andrò a cercare, il dolce lasciato dai frutti di bosco e il giusto equilibrio del salto la rendono un'ottima birra da aperitivo.
Prima birra italiana la Marsillia Gose del Birrificio Amiata, una buona interpretazione dello stile, 4,5 % , dissetante e beverina, passo alla Gose di Bayerischer Bahnhof, con aggiunta di batterici lattici, non male lattica ovviamente salata , preferisco ancora la Marsillia, faccio poi un salto alle spine di Struise, una birra che ho visto nascere e crescere, per me resta una signora birra ottima, la Weltmerz 2011 una sour ale da 3 %, pranzo o meglio ceno , d'altronde non è di sola birra che viviamo.
Continuo il mio pellegrinaggio tra botti e spine e vengo invitato dall'amico Michele , publican del The Dome a provare la regina del festival, in botte, la Xyauyù Kentucky di Baladin, con infusione a freddo di tabacco kentucky, 14 %, una fila di persone per provarla, indescrivibile, non fumo sigari ma mi sarei perso in poltrona a gustarmela, ne è valsa la pena amici, continuo ricercando , purtroppo con esito negativo le birre di Cantillon, già venerdi sera era quasi tutto finito oltre a Montegioco e Hof Ten Dormaal, ma vengo chiamato alla bottaia dove gentilmente mi viene offerta un'altra birrozza , la Oud Bruin del Belga Brouwers Verzet, 6 % maturata in botti di rovere, aspra ma allo stesso tempo dissetante, aroma da vendere, miele, fieno, marasca e una acidità molto euilibrata.Grandi i ragazzi della Verzet.
Premetto che tutte le birre assaggiate sono il frutto di scambio tra gli altri amici, se no sarei uscito a 4 zampre, passo alla Bfm , desideroso di provare la Saison 225, che purtroppo non è ancora attaccata e quindi provo l'amata Abbaye De Saint Bon Chien 2013, che ho recensito poche settimane fa, paurosa ed eccomi finalemte alle spine di Birra del Ducato con la Chrysopolis 2013 e la Oude Brunello quest'ultima però in botte di Brunello Di Montalcino che non mi ha fatto impazzire , la prima invece un'ottima, maturata 3 anni in botte con batteri lattici e bretta, il risultato è ottimo, bel colore pulita acida ma non troppo.
Ovviamente non poteva mancare l'omaggio del Birrificio Italiano con un bicchiere della Scires 7,5 % , un blend con l'aggiunta di duroni di Vignola, in formissima bella bevuta, ciliegie sotto spirito, prugna, un leggero agrumato col finale vinoso.Diversi i premi vinti da questa birra.
Un'altra birra di un birrificio che tanti disprezzano, ma io amo è la Undressed Foederbier di Alvinne maturata in botti di Bordeaux , 7 % , frutti di bosco e ciliegie anche qui, consigliata, la sete, si dopo un pò di birre acide...si ha voglia di birre...acide, colpa della bella ragazza al banco spina, provo su invito suo la discreta Sweet Insanity di Toccalmatto, 7 %, collaboration brew con gli svedesi di Dugge Ale & Porter Bryggeri, con aggiunta di albicocche e batteri lattici, buona ma stancante sul finire ma molto rinfrescante.
Veniamo ora alle ultime grandi birre del mio festival, il lambic di Oud Beersel , affinato per un anno in botte che a mio avviso non ha nemmeno bisogno di una piccola descrizione...così come l'Oude Lambik di De Trouch sempre 5 % ,quest'ultima affinata per un anno e mezzo in botte, ma ho previto quello di Beersel.
L' ultima birra della giornata , dovevo gustarmela a pieno con una bella chiaccherata e tante tante informazioni e curiosità col mastro Paolo Erne, che ancora di persona non avevo conosciuto, prima mi viene offerta una sua Oud Bruin, da far invidia a quelle del festival e poi con un bicchiere di La Rinnegata, fatta assieme al Birrificio Antica Contea di Gorizia , 6,5 % un mix pazzesco di aromi, profumi e sentori, quasi magia, una porter e una kriek assieme, lasciata maturare in botti di rovere prima e ciliegio poi.
Dirti grazie Paolo è poco, purtroppo di alcune birre ho preso nota poi, mi son perso in un mondo di birre e vecchi amici, e ho sottovalutato un pò alcune birre che volevo recensire.Purtoppo le birre da provare erano diverse, qualche birrificio purtroppo l'ho dimenticato e in un giorno non si poteva fare di più, aspettiamo il 2016.
A conclusione di un festival con birre e persone fantastiche, la cosa bella dei festival e ritrovare persone che hai visto tempo fa chissà dove, che si ricordano di te, con cui passi giornate a parlare di buona birra , ognuno sempre con qualcosa da insegnare all'altro, questo è il nostro mondo, la nostra vita, il piacere del bere e capire cosa si sta bevendo!!Al prossimo festival!!